Katya Longhi • What a Feeling!

Venticinque professionisti del mondo dell’illustrazione daranno vita con la loro arte ad ALFABETO EMOZIONALE una delle grandi mostre che troverete durante What a Feeling! (09-10 maggio, Empoli).
Inutile dire che la nostra emozione predominante in questo momento è la gioia!

Nel periodo che ci separa dalla data di inizio dell’evento, vi presenteremo i 25 ospiti della mostra ALFABETO EMOZIONALE nel modo a noi più congeniale: l’intervista a Vanvera!

Il suo universo è costellato di animaletti, stelline e tutta la tenerezza del mondo…ma non fatele soffrire il caldo o tutta la magia potrebbe scomparire!
Eccovi la bravissima Katya Longhi!

Nata nel 1984 a Modica, una piccola città del sud della Sicilia dove però non ha mai vissuto, è cresciuta a Trento dove attualmente vive. A 19 anni è partita per Firenze laureandosi all’Accademia di belle arti, successivamente si è iscritta all”Accademia di Arti Digitali Nemo NT dove si è diplomata in Illustrazione digitale e tradizionale.
Quando era piccola disegnava tutto quello che vedeva, vedeva Snoopy, disegnava Snoopy, amava il gelato, disegnava il gelato.
I suoi genitori hanno sempre voluto che frequentasse scuole d’arte, la sua prima iscrizione alle superiori fu in un’istituto di ragioneria, fortuna volle che i suoi la convinsero a cambiare idea a 10 giorni dall’apertura delle scuole 😀
Negli anni di studi ha partecipato a diversi Workshop di animazione ed illustrazione ed è stato anche grazie a queste esperienze che ha potuto arricchire il suo bagaglio artistico e che ha trovato il suo stile potendo quindi seguire la sua vera passione!
Lavora su computer, ogni tanto su carta. La tecnica digitale la adora e fa proprio parte di lei, adora riuscire a creare ambienti ed atmosfere magiche, stelline scintillanti, animali e bimbi buffi, luci, colori magici e altro ancora. Al momento collabora con molti editori esteri come illustratrice freelance.

 

Cinque parole a vanvera su Katya illustratrice.  
Magia, colori brillanti, stelline, animaletti, facce buffe.

Cinque parole a vanvera su Katya essere umano.
Professionale, ironica, cioccolato, cagnolini e gattini, neve.

Una dote/caratteristica che non può mancare ad un disegnatore?
Ce ne sarebbero molte, sicuramente la professionalità, è una delle cose che, secondo me, dovrebbe essere sempre presente. Puoi anche essere poco reattivo, ma professionale sì.

Cosa odi di più del tuo lavoro?
Le tasse sicuramente 😀 Prima di tutto per, pensandoci, la stanchezza nauseabonda di fine giornata (ma è colpa mia, sono una stakanovista :D)

Ah già… The o caffè?
Il caffè mi piace, ma the sicuramente, insieme alle tisane, tutto alla frutta, preferibilmente frutti rossi.

Quando ti senti arrabbiata ascolti…
Oddio, tasto dolente, dipende da che tipo di reazione ho in quel momento 😀 Potrei ascoltare qualcosa di totalmente deprimente piuttosto che qualcosa di più allegro. Muse, Pink Floyd, Radiohead e tanti altri 🙂

Qual’è l’illustratore che ti emoziona di più?
Mary Blair, senza ombre di dubbio, insieme a Eyvind Earle… tra quelli non più esistenti. Se no Conrad Roset, Shaun Tan.

Far trasmettere le emozioni ai personaggi che si disegnano è importante:tu fai le facce dei tuoi personaggi mentre li disegni?
Ohhhh sì, le faccio eccome, senza per guardarmi allo specchio :DDDD

Che colori utilizzi per rendere una tavola felice?
Colori brillanti, fucsia, verdi, azzurri saturi, e altri, tutto insieme, ma non mi bastano i colori, ci deve essere anche qualche animaletto buffo o un po’ tonto 🙂

Ti è mai capitato di dover fare un’illustrazione piena di felicità quando ti sentivi triste, o viceversa? Un’illustrazione tenera e delicata quando ti sentivi arrabbiata/o col mondo? Come hai superato l’ostacolo?
Semplicemente lo supero, ci metto magari un po’ di più ma lo faccio. A prescindere dal mio stato d’animo, come dicevo prima, se devo fare un lavoro, soprattutto se commissionato, cerco di allontanare quello che mi arriva dall’esterno (generalmente è l’esterno a farmi sentire arrabbiata o sottotono). Se la cosa invece parte da me, non so spiegarlo, disegnare qualcosa di allegro e triste mi aiuta, se invece devo lavorare a qualcosa che deve trasmettere qualcosa di più sensibile, vicino alle emozioni, direi che casca a pennello.

Alcuni studi suggeriscono una forte correlazione tra l’indossare alcuni vestiti e gli stati emotivi.
Per te esiste la “coperta di Linus”o le “scarpette fortunate”? C’è un indumento o un oggetto che riesce ad influenzarti positivamente o negativamente?
Mi influenzano negativamente le scarpe che fanno male, sicuramente. È una cosa che non ho mai sopportato, soprattutto quando si va ai matrimoni, io son quella che parte con la scarpa col tacco e finita la parte chiesa, se riesco a correre, subito scarpe basse 😀 La gente mi guarda come un’aliena, manco mettessi lo stivale da montagna che poi, anche fosse, viva la libertà eh 🙂 Ah, anche sentire caldo, è una cosa che mi fa uscire di testa, quindi sotto i maglioni generalmente utilizzo sempre t shirt a maniche corte, devo sapere di poter far respirare la pelle nel caso stessi per impazzire dal caldo, per questo dormo pure con pigiami a maniche corte per tutto il periodo invernale 🙂

Segui Katya Longhi anche sul suo profilo Instagram!

Il prossimo ospite sarà svelato martedì 4 febbraio; segui tutti gli sviluppi nella pagina ufficiale dell’evento!

Per la mostra WHAT A FEELING • Alfabeto emozionale (09 -10 maggio 2020, Empoli) verranno presentati 25 artisti nel corso delle prossime settimane.


Gli ospiti già svelati fino ad ora sono:
CAMILLA FALSINI
DANIELA VOLPARI
FRANCESCO FIDANI
ANDRÉ DUCCI

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