Dalle arti circensi al tango argentino: intervista a Daria Palotti

Sculture, dipinti, ceramiche, acquerelli e illustrazione. L’arte dello scolpire si fonde con morbidi acquerelli e surreali dipinti. Un’artista a tutto tondo si unisce alle fila di Let’s Dance! • GRAND TOUR!, 25 opere in mostra ad Empoli il 21/22 Aprile.
Vi presentiamo Daria Palotti!

Daria Palotti nasce il 3 marzo del 1977 a Pontedera. Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Firenze in Scenografia nel 2002 intreccia l’attività artistica con quella pedagogica, conducendo laboratori per adulti e bambini di pittura, modellazione di creta, carta pesta, teatro e arti circensi, parallelamente alla produzione di opere pittoriche, manifesti, scenografie e sculture in ceramica e marmo. Segue per diversi anni un percorso formativo da illustratrice che la porta alla pubblicazione di 11  libri illustrati per bambini. Negli ultimi anni fa della pittura  e scultura la sua attività principale esponendo in mostre personali e collettive nazionali ed internazionali.

Presentati… cinque parole a vanvera su Daria illustratore.
Evoluzione, crisi, piacere, indecisione, divertimento.

Cinque parole a vanvera su Daria umano.
Coincidono!

Una dote/caratteristica che non può mancare ad un disegnatore?
Tanta voglia di disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare, disegnare… all’infinito..

Cosa odi di più del tuo lavoro?
Tutto quello che riguarda la parte organizzativa, burocratica, economica…dallo stabilire compensi, al riuscire ad ottenerli… o recuperarli…

Ah già… The o caffè?
Tanto caffè la mattina… e tante tisane (ultimamente sono fissata con la malva… la malva risolve quasi tutti i problemi fisici e umorali).

A quale ballo non puoi resistere?
Al far finta di ballare il tip tap.

Quando il gatto non c’è i topi ballano… Chi è il tuo “gatto” e quando non c’è cosa fai?
Oddio, io sono il gatto e i topi di me stessa… Certi sensi di colpa!!!!

Qual è la canzone che ti vergogni di sapere a memoria? 
Ah ah ah !! So tutte quelle canzoni brutte che dovrei fingere, di non conoscere, per far bella figura… Il peggio è che mi piacciono! E mi piace cantarle, sono le migliori da cantare a squarciagola!!

Con chi balleresti un tango appassionato e con chi ti butteresti nel pogo?
Ho fatto anni fa, un corso di tango argentino… La donna deve farsi condurre, e indossare scarpe con il tacco, per me è stato difficilissimo… Ma una volta mentre ballavo con l’insegnante, un signore ottuagenario, per circa un minuto…
Abbiamo ballato davvero, scivolando armoniosi… ed è stato bellissimo!!
Non pensare a niente ascoltando e ballando il tango, facendosi condurre…
Ecco, mi piacerebbe riballare quel momento lì!
Come pogatrice sono scarsa… mi butto.. .ma… appena mi spingono un po’ di più, me la batto…
Quindi pogherei con persone dal pogo stanco… e morbido… tipo pogare con i barbapapà!

Hai una “playlist di lavoro” (5/10 tracce) che hai il coraggio di condividere con noi?
Solitamente ascolto la radio..radio rai 3
Mi fa compagnia e imparo un sacco di cose… Una bella radio.

Chi tiri in ballo? Suggerisci un artista che ammiri
Ultimamente ho la testa verso la scultura… e quindi tiro in ballo due  bravissime artiste… che mi piacciono assai!!!
Gosia e ho visto le sue opere solo da internet e Clementine de Chabaneix.

Qual è la città toscana che preferisci?
La Firenze dei miei anni di liceo e accademia… (aveva una luce e un gusto tutti suoi… ed emozione e aspettative mie… (credo si tratti di  nostalgia)

Qual è il piatto toscano che preferisci?
La bruschetta!
Pane abbrustolito, aglio, sale e olio buono…
(…e un bicchiere di vino… la felicità)

Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
Mi fanno ridere (ma disturbano se troppo pesanti) le  imprecazioni inventate…
Ricche di voli di fantasia e associazioni surreali.
Adesso mi vengono in mente solo quelle con “maremma”, parola solitamente usata in Toscana per esclamare un senso di stupore e, talvolta, come oggetto di imprecazione:
Maremma gufa di mare,  maremma sul ciu’o, maremma maremmina, maremma gatta…
Mi ha sempre lasciata un po’ così, la frase “se la mi’ nonna aveva le ‘rote’ era un carretto” non mi è mai piaciuta, specie da piccina, mi dava noia pensare a mia nonna munita di ruote.

Segui il lavoro di Daria Palotti sul suo sito e su facebook!

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