Claudia Palmarucci, un ospite illustre al Ludicomix!

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Quest’anno la parte di illustrazione del Ludicomix, oltre ai trenta di km zero, è arricchita dalla mostra di un big dell’illustrazione.
Per il primo anno di questa emozionante novità abbiamo scelto il nome di un’illustratrice che, seppur giovane, può già vantare pubblicazioni con Orecchio Acerbo ed è stata selezionata di fresco all’ambitissima mostra della Bologna Children’s Book Fair.
Una tecnica pazzesca e una poesia come pochi altri, il nostro primo grande ospite è :
Claudia Palmarucci!
Claudia Palmarucci 02

Di Claudia presenteremo due mostre:
-Al Vicolo di Santo Stefano, insieme alla mostra Illustratori a km zero, una selezione delle sue illustrazioni estratte da libri e progetti personali.
-Alla libreria Cuentame, nella quale, alle 17.30 del 28 Marzo Claudia Palmarucci farà una presentazione del suo nuovo libro “Le double“, in uscita per adesso solamente in Francia con la possibilità per gli spettatori non solo di incontrare l’autrice e farsi autografare i libri, ma anche di vedere in esclusiva e anteprima le tavole del libro in uscita!

Per chi non conoscesse ancora Claudia e volesse rimediare, ecco la sua intervista rilasciata alle Vanvere e una serie dei suoi magnifici lavori!
Vi aspettiamo il 28 e 29 Marzo!
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PRESENTATI:
Cinque parole a vanvera su Claudia artista.
Tutta colpa del disagio sociale.
Cinque parole a vanvera su Claudia umano.
“Sogno di amare l’amaro del mare” (sono più di cinque, ma non ho scritto io la canzone)
Una dote/caratteristica che non può mancare ad un illustratore/artista?
Riuscire a mantenere vivo e autentico lo sguardo interiore e non sottomettersi alle norme dello spettacolo.
Cosa odi di più di questo lavoro!?
Le formalità.
Ah già.. The o caffè!?
Una tisana per superare tutte le formalità della vita.

IL TUO LAVORO:
“Toglietemi tutto ma non”… Quale strumento del mestiere porteresti con te su un’isola deserta?
Ma non la gomma elettrica per cancellare con precisione e velocità.
Ti sei appena laureata in grafica per l’illustrazione con lode, sei stata selezionata per la Mostra della Bologna Children’s Book Fair, hai alle spalle e in programma pubblicazioni prestigiose, sei stata di recente definita “giovane promessa internazionale”… Insomma, nell’illustrazione, non ci piove, sei brava. In cosa invece ti definisci “una schiappa”?
Nel parlare di me!!
– Nelle tue immagini ricorrono spesso volti di persone reali. Chi sono le tue muse ispiratrici e i tuoi modelli?
Mi piacciono i volti deformati dalla vecchiaia, dalla fatica di un lavoro detestabile, da una silente disperazione, dal persistente disagio che può creare quella che oggi viene definita un’esistenza “banale”. Tutti quei volti poco mostrati da una società che consacra l’apparenza e il successo e deride l’umiltà e l’onestà. Insomma, quei volti che non riescono a nascondere la verità.
– Fai parte di vari progetti collettivi: quanto aiuta la collaborazione in questo lavoro e perché?
Preferisco i dialoghi ai soliloqui, il confronto all’autoreferenzialità, sempre. Ma  ammetto anche che è molto arduo rendere duratura una collaborazione: come in una relazione affettiva, per creare qualcosa di continuativo sono necessarie umiltà, capacità di ascolto, di condivisione, ma anche risolutezza e coerenza e, non ultimo, un forte senso di appartenenza emotiva al gruppo con cui si collabora.
Le esperienze che ho avuto sino ad ora sono state tutte molto positive, anche quelle che ad un certo punto hanno smesso di funzionare.
– Qual è la tecnica che non hai ancora sperimentato ma che vorresti provare?
La monotipia, per ricercare un tratto meno rigido. Ma anche l’incisione.
Blocco creativo: quando si arriva ad essere dei professionisti come te probabilmente non ci si può permettere di avere dei “tempi morti”; se ti è capitato come sei riuscita a superarlo? C’è un “pozzo” a cui attingi l’ispirazione?
Vorrei tanto avere una risposta, ma non ce l’ho. Penso comunque che sia necessario rispettarsi senza essere troppo indulgenti con se stessi, cosa che non ho assolutamente imparato a fare. Sospetto che quello che in genere viene definito “blocco creativo” sia una conseguenza di un’aridità immaginifica che può essere determinata da molti fattori, ma che in ogni caso ci chiede di accantonare per un po’ la psicopatia quotidiana da ansia della prestazione e di prendere del tempo per ascoltarci.
– Hai un mantra lavorativo ovvero: “il tuo motto è…”?
Un motto indotto dalle difficoltà della vita: “Ah, quindi la scadenza era ieri?”
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ADESSO QUALCHE DOMANDA A VANVERA SUL Km0:
Qual è la città toscana che preferisci?
Empoli??
-Qual è il piatto toscano che preferisci?
La zuppa di pane è un piatto toscano, vero? E’ semplice e saporita.
Qual è la parola toscana che ti fa più ridere e quella che proprio non capisci?
L’è maiala! Ahaha!

E per finire…
Lancia una sfida alle Vanvere!!! (per esempio consigliaci un tema su cui lavorare o altro basta che sia realizzabile nel breve-medio termine, anche una cosa scema tipo fate dei muffins alla trippa!)
Ok care Vanvere. Mostratemi almeno una cosa che secondo voi l’è maiala.
Suggeriscici qualcuno da stalkerare di cui stimi e ammiri il lavoro!
Marco Marinangeli. Ne sentirete parlare.
Nel frattempo vi potete far confessare tutti i suoi segreti abbindolandolo con una bottiglia di vino buono!
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